Da Hello Kitty ai Pokémon: perché piacciono gli oggetti carini? Simon May racconta il concetto di "cute"
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Vogue Italia di novembre si interroga sul concetto di bellezza. Ma c'è qualcosa di molto forte legato al concetto di bello, ed è il concetto di carino, ovvero cute. "Ci sono i Pokémon, con quella buffa e improbabile aggressività, oppure E.T. l’extraterrestre, in tutta la sua corrucciata, ultraterrena malinconia, fino alle opere dell’artista nipponico Takashi Murakami, dalle policromie spinte e dalle fantasie surreali. Tutti hanno una qualità in comune: non sono belli, ma carini. Non per qualcuno: per chiunque o quasi li guardi. La loro piacevolezza è universale, plebiscitaria, il loro magnetismo trasversale" Marco Morello ha intervistato Simon May, visiting professor di filosofia al King’s College di Londra, che ha scritto The Power of Cute (Princeton University Press, già tradotto in coreano, spagnolo e giapponese, prossimamente in italiano. Ecco la voce del giornalista mentre legge la sua intervista in cui si parla di potere e politica, Michelle Obama ed Hello Kitty, moda e memoria. Intervista e voce di Marco Morello, a cura di Elisa Pervinca Bellini
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