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Il peso della responsabilità
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Sessant’anni fa - nel 1964 - Hannah Arendt pubblicava La banalità del male. Il saggio della filosofa tedesca, nato dal resoconto del processo ad Adolf Eichmann, continua a suscitare riflessioni profonde sul significato della responsabilità individuale e collettiva, soprattutto in un mondo dove il male può ancora manifestarsi nella sua forma più insidiosa: la normalità. Moby Dick prende spunto da quel libro per esplorare non solo l’eredità delle idee della Arendt, ma anche come il concetto di responsabilità si declini nel nostro presente. In un mondo in cui l’adesione passiva a sistemi e ideologie può avere conseguenze devastanti, come possiamo promuovere un pensiero critico capace di opporsi al male, nella sua forma quotidiana e silenziosa?
Ospiti in diretta – al microfono di Lina Simoneschi Finocchiaro - nell’ora centrale del programma, la filosofa Roberta De Monticelli (già professoressa ordinaria di Filosofia della Persona all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano), autrice di testi come Al di qua del bene e del male. Per una teoria dei valori (Einaudi 2015) e Umanità violata. La Palestina e l’Inferno (Laterza 2024).
Laura Boella che è stata professoressa ordinaria di Filosofia Morale e di Etica dell’ambiente presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano. Ha dedicato numerosi studi e traduzioni a vari pensatori fra cui i Ernst Bloch, volgendosi successivamente al pensiero femminile del ‘900. Ha studiato a fondo e tradotto in italiano Hannah Arendt a cui ha dedicato il libro Hannah Arendt. Un difficile umanesimo (edito da Feltrinelli nel 2020) . Tra le su numerose pubblicazioni citiamo almeno Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (Raffaello Cortina 2012) e Empatie L’esperienza empatica nella società del conflitto (Raffaello Cortina 2018).
Accanto a lei, lo storico e saggista Gabriele Nissim, fondatore e presidente di Gariwo, il Giardino dei Giusti, e autore – fra l’altro- di Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo (Utet 2018) e Auschwitz non finisce mai. La memoria della Shoah e i nuovi genocidi (Rizzoli 2022). Entrambi ci guideranno in una riflessione sulla dignità umana e sull’etica della responsabilità.
Infine, nell’ultima mezz’ora del programma ospiteremo il teologo e saggista Vito Mancuso, che ci parlerà in particolare del dolore innocente che lui stesso definisce «un dolore senza dolo, senza colpa, che non è conseguenza di atti negativi posti dal soggetto, e quindi non dovuto, e quindi ingiusto».
Vito Mancuso – fra le sue numerose pubblicazioni - ha dedicato al tema un libro intitolato proprio Il dolore innocente. L’handicap, la natura e Dio (Garzanti terza edizione 2023). Il saggio affronta il problema dell’handicap rivolgendosi alla filosofia e alla teologia per trovare il senso umano dell’handicap, il messaggio di cui è portatore, analizzando le risposte date dalle grandi religioni mondiali.
72 odcinków
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Sessant’anni fa - nel 1964 - Hannah Arendt pubblicava La banalità del male. Il saggio della filosofa tedesca, nato dal resoconto del processo ad Adolf Eichmann, continua a suscitare riflessioni profonde sul significato della responsabilità individuale e collettiva, soprattutto in un mondo dove il male può ancora manifestarsi nella sua forma più insidiosa: la normalità. Moby Dick prende spunto da quel libro per esplorare non solo l’eredità delle idee della Arendt, ma anche come il concetto di responsabilità si declini nel nostro presente. In un mondo in cui l’adesione passiva a sistemi e ideologie può avere conseguenze devastanti, come possiamo promuovere un pensiero critico capace di opporsi al male, nella sua forma quotidiana e silenziosa?
Ospiti in diretta – al microfono di Lina Simoneschi Finocchiaro - nell’ora centrale del programma, la filosofa Roberta De Monticelli (già professoressa ordinaria di Filosofia della Persona all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano), autrice di testi come Al di qua del bene e del male. Per una teoria dei valori (Einaudi 2015) e Umanità violata. La Palestina e l’Inferno (Laterza 2024).
Laura Boella che è stata professoressa ordinaria di Filosofia Morale e di Etica dell’ambiente presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano. Ha dedicato numerosi studi e traduzioni a vari pensatori fra cui i Ernst Bloch, volgendosi successivamente al pensiero femminile del ‘900. Ha studiato a fondo e tradotto in italiano Hannah Arendt a cui ha dedicato il libro Hannah Arendt. Un difficile umanesimo (edito da Feltrinelli nel 2020) . Tra le su numerose pubblicazioni citiamo almeno Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (Raffaello Cortina 2012) e Empatie L’esperienza empatica nella società del conflitto (Raffaello Cortina 2018).
Accanto a lei, lo storico e saggista Gabriele Nissim, fondatore e presidente di Gariwo, il Giardino dei Giusti, e autore – fra l’altro- di Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo (Utet 2018) e Auschwitz non finisce mai. La memoria della Shoah e i nuovi genocidi (Rizzoli 2022). Entrambi ci guideranno in una riflessione sulla dignità umana e sull’etica della responsabilità.
Infine, nell’ultima mezz’ora del programma ospiteremo il teologo e saggista Vito Mancuso, che ci parlerà in particolare del dolore innocente che lui stesso definisce «un dolore senza dolo, senza colpa, che non è conseguenza di atti negativi posti dal soggetto, e quindi non dovuto, e quindi ingiusto».
Vito Mancuso – fra le sue numerose pubblicazioni - ha dedicato al tema un libro intitolato proprio Il dolore innocente. L’handicap, la natura e Dio (Garzanti terza edizione 2023). Il saggio affronta il problema dell’handicap rivolgendosi alla filosofia e alla teologia per trovare il senso umano dell’handicap, il messaggio di cui è portatore, analizzando le risposte date dalle grandi religioni mondiali.
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